sábado, 8 de agosto de 2020

O


Origen: Italia, Biella
Formados: 2010
Estilo: Black, grind
Temática: Existencialismo y negatividad
Enlaces: BandcampfacebookO y youtube
Miembros:

  • E Guitarra
  • M Bajo
  • Paolo Mingoni Batería
  • S Voces
Discografía:

  • Hungry like Rakovitz / O Split 2011  
  • Il vuoto perfetto CD 2012  
  • Pietra CD 2015  
  • Antropocene CD 2020



ANTROPOCENE (2020)
Tercer trabajo para los de Biella en una carrera que transcurre con paso lento pero al parecer seguro, ofreciendo un trabajo de base black metal que se combina con otros estilos, principalmente grind, pero aquí también hay cabida para otros como el punk, el doom, el sludge o el post. Si tenemos en cuenta los estilo anteriormente mencionados nos podemos hacer una idea de la complejidad el sonido por una parte, pero por otra también de la contundencia, pesadez y oscuridad de lo aquí ofrecido. La incorporación de Paolo a la batería se antoja imprescindible y diferenciadora en el sonido final del álbum gracias a unos blastbeast imponentes, contundentes y sobre todo por la velocidad que logra imprimir a la música de O. Las parte bajo-guitarra suena veloz, rápida y vsiceral, si que en algunas partes levanta el pie del acelerador y nos ofrece un tono más lento por donde dejan entrevan algunas influencias doom en sus sonido, pero siempre desde la profundidad y la gravedad en los registros. El punk se encuentra presente sobre todo en algunas estructuras de los inicios en algunos temas y también en la actitud entre irreverente y directa que desprende este "Antropocene". S ofrece unas voces crudas y repletas de rabia y es aquí donde podemos decir que el grind cobra también importancia en la este álbum, añadiendo un registro más directo y agresivo. En definitiva, los italianos viene de parir un trabajo que se asienta en el sonido black, que en origen cumplen con los registros que se presuponen al género, a esto hay que añadir el carácter rabioso e incendiario de su música, deudor de estilos como el grind o el hardcore, que se ven inmersos en estructuras de otros estilo dentro del metal extremo, para acabar por construir a base de un muro de sonido impenetrable un álbum lodoso y perturbador. (7,9).


1. イゾウ (IZŌ) 04:43
 Crocifisso, poi trafitto
spirò lui per primo
il suo strazio dette inizio
all' umano astio
come un cristo invertito
è tornato al mondo

lui, il nemico
lui, il flagello
lui, in eterno

Oltre la vita , più in là
lui che vita più non ha

Implora una morte
che non giunge
e allora è di morte
che si veste

Stupra la bocca
del perdono,
viene in faccia
al dio che l'ha escluso
scavalca il muro,
del proibito
punisce il tempo,
seviziandolo vivo

Nero seme d'empietà
germogliato nell'aldilà
senza un senso, ne lealtà
la sua lama calerà
e calerà...

Rabbia, ansia, guerra
fame e ingiustizia
sangue annerito che pulsa,
sangue che spilla
corre, sventra, strappa,
buca la vita
mozza le teste dei sogni
e poi ricomincia...

Piange, geme, impreca
e intanto avanza
chi e' cresciuto nel buio
mai vorrà il sole
spezza, sfonda, sparge
il suo furore
chi non ha avuto che morte
mai darà amore

Crocifisso, poi trafitto
esalò il respiro
il suo strazio fu il principio
di vendetta ed astio
senza notte, non c'è giorno
senza orrore non c'è l'uomo
lui, la sintesi
di tutto ciò che siamo 
2. Mare Morto 03:40
Mare morto, mare vuoto
coralli d'asfalto, fossili d'uomo
abissi anneriti dal fumo

Pesci boccheggiano di vaniloquio
nell'eterno spreco del nuovo

Navi collidon su ghiacci inquinati
cieco è ormai l'occhio del faro
liquido è il tonfo del gabbiano morto
che cola a picco nell'immoto sporco

" What have they done to the earth?
what have they done to our fair sister?
ravaged and plundered and ripped her
and bit her , stuck her with knives in the
side of the dawn , and tied her with fences
and dragged her down"

Mare morto, strangolato
atolli di nylon, cetacei d 'amianto
non più acque, sol veleno
finché noi esisteremo

"..." From "When the music is over" by James Douglas Morrison, 1967.
3. C. 03:03
 Non più vita, solo tempo
non più un viso, solo un teschio
vene esauste dal veleno,
organi sfiniti, cedono
altre ossa al cimitero.

Occhi liquefatti
fissan luci senza amore
sguardi terminali
che si aggrappano alle ore
un ultimo sogno, poi i vermi
finiscono il corpo

Le scorie del "progresso"
si aggregano in un grumo
il mondo violentato
rivendica il sopruso
restituendo all'uomo
il suo consumo:
un olocausto di cellule
e poi, il buio

Si muore nell'istante
in cui s'ode il suo nome
si piange e si scompare
e intanto aumenta
la sua fame
ogni epoca ha il suo morbo
la sua peste, il suo male
il finale è esser cadaveri
in un letto d'ospedale

Ci ucciderà tutti 
4. Escluso 03:36
Nessun uomo, no, nessuno non più nessun urlo, ne sparo nessun nuovo nascituro nessun parla, ne respira ne distrugge ne minaccia s'è concluso lo strisciar di questa razza nessun uomo, non più Tace infine il mammifero tiranno la natura estingue il suo bipede ingrato che torna come fossile tra le rocce abbandonato antropocene, null'altro Niente case, niente cemento solo cielo nessun volto, nessun sogno solo oceano niente dio, niente merda solo terra nessun corpo, nessun coro solo il tempo che avanza senza l'uomo   
5. Nebbia 05:56
Mormora nebbia il tuo latteo lamento volti sospesi galleggiano mani invisibili predano libero è ogni assassino Nessuno vede e chi sente, si nasconde nessun che osi trafigger la coltre nessuno chiede e chi tace, acconsente nessun che provi a cercar l'orizzonte L'ingrato fugge e non rende l'idiota si annulla e si siede la nebbia, coprente, non cede e il morente è il solo che vede Cose orribili, le persone orbite vuote, un ombra per cuore si fottono il tempo, che li ignora e va oltre lasciando alla notte un po' di vapore   
6. Fine 04:38
Preme dall'alto un che di assassino grigio di sguardo e armato di tempo cielo carnefice, spezza l'incanto cancella il sole e poi sfoga il pianto Esondano colpe da fiumi di fango annega l inerme lo sciacallo ed il santo i giorni marciscono non s'ode che il battere e pregna di lacrime la terra si apre Si smembra il grembo implode il feto l'uomo... non nasce più Sommerso il volto del mondo autunno, è notte di nuovo ritorna novembre, il monatto diluvia sul giusto e l'insano Osserva il cielo , non cambierà ricordi il sole? non tornerà Affonda un dio mai esistito traboccan di corpi le acque grondante latrato ancestrale: mai più  
7. Ira 03:42
 E di lava pianse la diga
che cedette, urlante di pietre
l'inesploso, immane aneurisma
tinse il cielo di rosso cocente

E fu il coro distratto del gregge
il primo a zittirsi nel mentre
che il coito magmatico giunse
cancellando il superfluo per sempre

Il polifonico morir dell'uomo
orchestrò quell'eterno secondo
ed il vento , sofffiando sui corpi
completò il cinereo dipinto

Gittata sistolica d'astio
diastolica danza di morte
onnivora fiamma coprente
fu il fuoco a tappare
la bocca del niente
8. Crepa 01:53
A sinistra, la bugia e a destra, l'ignoranza un tronco privo di braccia decomposto, senza testa clinicamente morto agli sciacalli ciò che ne resta L'ingordo, si strozza l'ignavo, singhiozza il frustrato abbraccia follie del passato mentre il falso ruba e sputa laddove ha consumato Una crepa aperta, infetta voragine di vergogna un disastro multiforme terra della santa fogna No, tu non ti puoi salvare tu che già sei muta e cieca no , non continuare salvati... E crepa!!!
9. Era 10:26
"Io vedo l'avvenire... È là, posato sulla strada, appena un po' più pallido del presente... che bisogno ha di realizzarsi?" Lo schifo s'aggrega ridente città vestite per cena la pena e la noia in congrega Un cancro banchetta col tempo , mai sazio divora se stesso , consola sapere che presto non ci sarà piu' tutto questo La morte, paziente, si assesta nascosta tra luci di festa il cielo, l'acqua e la terra avranno presto vendetta Lo schifo, intanto, non pensa d'imputridir s'accontenta persevera ad auto/annullarsi putrefacendo un era "Questo è il tempo, ne più ne meno che il tempo giunge lentamente all'esistenza si fa attendere" Lo schifo raggruma dormiente lasciando un vuoto inquinante che odio, che merda la gente Ma un alba li attende, tinta di disastro nemmeno un ricordo di quanto è scomparso null'altro che... Antropocene   
  41:37




Vinyl, 12", EP, Limited Edition
Limited to 300 copies.





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