Origen: Italia, Roma
Formados: 2009
Estilo: Acústico, ambiente, black.
Temática: Esoterismo, espiritualismo, filosofía, mitología, y tradiciones primitivas
Miembros:
- Augusto "Hostis" Bajo, batería programada, guitarra, teclados y voces
- Promo 2009 EP 2009
- Elysivm CD 2011
- De Constantia Sapientis CD 2014
- Sûtrâtmâ CD 2016
DE CONSTANTIA SAPIENTIS (2014)
Es obvio que Saturnia Tellus es una banda de un solo miembro que no se ajusta en absoluto a los patrones del balck metal clásico, más bien es la versión del black metal bajo el punto de vista de Augusto único miembro detrás de este proyecto. Este su segundo álbum muestra una clara evolución con respecto a su anterior trabajo, sobre todo en el aspecto de guitarras, más elaboradas y con mayor protagonismo. El álbum encierra una historia conceptual que gira en torno a los diálogos morales de Séneca a lo largo de los diez temas que conforman el álbum se van desgranando uno tras otros de manera,como comentaba anteriormente, muy personal, con un black que se apoya en buenos riffs de guitarra, de tintes melódicos y atmosféricos con una ambientación un tanto etérea que se ven acompañados de unas voces agresivas, en claro contraste con el plano musical. Textos en italiano, ambientación en la Roma clásica, lo cierto es que no estamos ante un grupo del montón dentro de la escena y aunque la evolución en su sonido es importante con respecto a su anterior larga duración, hay alguno aspectos como la batería y la voz que si se hubiesen pulido un poco más el resultado sería mucho más completo. (7,9).
1. PRAELVDIVM 01:55 instrumental
2. De Providentia 07:42
Descritta dal fato la via del savio:
irta e severa la sua traversata,
ove la foschia annebbia la vista e la percezione
ma l'Alto accoglie chi la grandezza avvince.
Quieto ed immobile l'animo più grande,
l'imperturbabile forza della Virtù che,
come roccia esposta ai venti,
non cede alle avversità ma le abbraccia e si fortifica:
La via della Saggezza passa attraverso i mali.
L'uomo, riflesso di un'esistenza vuota,
viziato dai desii più meschini,
spinge se stesso in un baratro senza fine,
in un vortice in cui il moto verso il basso non s'arresta.
Circondata è la sua vita da vacuità infinite
che considera come la felicità più pura:
effimeri piaceri ed oggetti
che venera al di sopra di ogni bene.
Il trionfo dell'esteriorità, la vanità come maestra.
Ma è la provvidenza la tua vera guida,
accetta il tuo destino e compi il suo cammino
verso il ritrovato sole di se stessi,
là dove l'essere ha i suoi nascosti accessi.
Abbandona ciò che spinge ad una fine miserevole,
rifiuta quel che il tuo animo rinnega.
Segue il sentiero del fato predetto
l'uomo che della passion non rincorre il motto:
L'incanto del cor che ancora affida
al canto il disio avido e infinito.
3. De Constantia Sapientis 09:13
L'uomo più grande non è forse testimone
di una lenta fine che sempre più incalza?
Che sempre più freme di abbattere ciò
che cospargono i semi dello Spirito?
Rovine per colui che inquieto geme.
E forse egli stesso non è vittima
di un meccanismo distruttivo che sempre più dimora?
Il baratro del nero abisso avvolge l'essenza
di una fredda e vuota materiale esistenza.
Privo di turbamento è l'animo saldo ed invincibile,
inespugnabile da alcuna contumelia il suo essere.
Solo il debole cade nelle trame dell'offesa
e l'inquietudine si fa padrona della sua anima.
Oltre la vita arde colui che sa.
Pari a Dio è l'uomo che vede, privo di dolore ed umana debolezza.
Dal tempio dell'Io il saggio ripone le armi e domina se stesso.
Alle soglie del Sé si smarriscono le orme d'umana natura;
affiora il germe di nuova vita alla foce del fiume del risveglio.
Scruta all'orizzonte, ai confini di te stesso,
sgorga dentro te il nettare divino.
Sconfiggi il demone che risiede entro te,
turpe bestia invidiosa del Sé!
La fermezza del saggio passa da qui:
lungi dall'adirarsi e dall'essere ferito.
4. De Ira 07:06
Un turbine ingoia ciò che giace
inerte e fermo, quieto e paziente
laddove freme una passione fugace
che strappa la pace con grido aberrante:
l'urlo di chi, stolto, è vinto
dalla morsa dell'ira funesta,
signora che ribolle nel cuore di coloro
in cui dimora il seme dell'odio.
Folle è lo sguardo, truce è la voce
di chi è colto dal tuo abbraccio fatale
quando da un tetro sipario lentamente accresce
la discordia e la vendetta in dissennati e dissoluti.
La ragion ti fece schiava,
e tu, ribelle osi sfidarla
insinuando rabbia e fragore
nell'uomo che osa ospitarti.
Ma invano tenti l'animo del Saggio
che schiavo non fu della tua mutevolezza;
solo il pazzo t'accoglie nella sua casa
incapace di arrestare le tue nefaste azioni.
L'opposizione alla verità è la tua prerogativa
ma ciò ti condanna all'eterno esilio.
Ma forse, sciocco, ti impressiona la sua ferocia?
Oh, figlio di una volontà smarrita,
nulla vi è di più caduco ed effimero d'essa
come la maschera di un attore,
simulacro di una passione che attrae
la quale finzione crea suggestione.
Come? Ancora accogli in te la follia?
Ripudia la sua tremenda collera!
Non vedi oltre i tuoi occhi?
La sua ingordigia ti rende schiavo.
Non scorgi i suoi difetti? I suoi vizi?
Non odi il fragore dell'armi nemiche?
Abbatti le mura dell'offesa
e contro te stesso rivolgi la spada!
Ma il tuo spirito è troppo avvezzo alla materia:
denaro, banchetti e fama prediligi.
Disprezza queste vanità ed alimenta il tuo animo
alla pace, alla quiete, alla grandezza interiore.
5. Consolatio Ad Marciam 02:53 instrumental
6. De Vita Beata 06:13
Il frastuono del mondo è lungi da te,
non più le stolte parole dei più risuonano
negli angoli sperduti di questa vita,
la cui essenza non è compresa.
In te stesso l'occhio scruta, in te stesso la voce ascolta,
comprendi sì che la verità passa attraverso l'intimità dell'Io.
Non trovi che la libertà sia il frutto più gradito?
Indifferente alla sorte è l'incalzare degli eventi.
Ricchezza o povertà? L'enigma che affligge gli uomini,
ma ricco è colui che è povero e la sua vita non teme,
e non è flebile la sua voce se delle ricchezze non preme
poiché lo Spirito accoglie in sé l'eterna pace.
Carezza le tue membra il calore della luce,
culla il respiro la veglia dell'interiore voce.
Disseta le tue labbra questa fresca foce,
risveglia or la fiamma ch'entro avvampa e coce!
7. De Otio 04:20
Vedi, quella strada lì sul colle?
Essa abbraccia il silenzio,
l'eremo che spinge alla contemplazione,
lontano dall'ingiuriosa lingua degli uomini.
Il ritiro spirituale come somma felicità,
regola di vita di nobile volontà.
Lo spazio ed il tempo s'arrestano
nella visione di realizzata esistenza.
La sete di conoscenza ti avvolge
e ti spinge ad agire
inseguendo cosmo, sole e stelle,
percorrendo la rotta della vita ritirata.
L'universo e gli elementi vuoi capire,
forse che Dio sia raggiungibile?
I tuoi occhi non sono più ciechi
ed ora la tua mente è finalmente... libera!
8. DE TRANQVILLITATE ANIMI 04:45
Un grido risuona all'interno di Sé:
è il richiamo dell'animo in conflitto,
la cui morsa stringe il cuore inquieto
quando il turbamento nasce in se stessi.
Ma l'azione è la via della liberazione,
il cui anelito distrugge ogni tormento
che affligge l'essere laddove impazza
il basso richiamo d'umana viltà.
Sprigiona dal Sé la comprensione
della vita come bene sfuggevole,
e se tutto è vano la sorte non ferisce
colui che scorge la verità e coglie il Vero.
Non all'esterno rifulge la fiamma,
non all'esterno si rivela l'aurora,
ma lo sguardo interiore segna il cammino
dell'immensa tua divina acheropita.
9. De Brevitate Vitae 06:24
Scorre il tempo ai passi lenti e silenti
nel mar dell'inerzia
di un'esistenza dedita alla ricerca
della futilità dei vili desii.
Che sia dunque questo il nostro fato?
La vita è come un immenso lampo
la cui entità di breve durata
è come la luce di una fiamma
che arde in noi quand'essa è colta.
Sepolcri e rovine nell'individuo
dell'oggi se offuscate immagini
annebbiano il bagliore della luce.
Il risveglio è solo un singolo istante
che eterno vive per colui che freme
di giungere alla libertà dello Spirito
scevro dalle passioni fugaci.
In se stessi è racchiuso il dono
dell'immortalità della vera vita.
10. POSTLVDIVM 04:09 instrumental
54:40
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